1945-2015: Settantesimo
Il Settantesimo Nazionale
A Roma, il 7 ottobre 2015 dalle ore 10 alle ore 18, nella Sala Aldo Moro della Camera è stato ricordato il 70° anniversario della fondazione dell’UDI, con il patrocinio del Senato della Repubblica, della Camera dei Deputati e della Struttura di missione per gli anniversari di interesse nazionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Hanno inviato messaggi il Presidente del Senato Pietro Grasso e la Vicepresidente del Senato Valeria Fedeli.
Ha partecipato la Presidente della Camera Laura Boldrini.
Anche la sua presenza ha reso il Convegno una giornata densa, intensa, emozionante (youtu.be/yHR6HJ0Thxg?t=62).
Perché questo è stato il 70esimo dell’UDI, un giorno in cui abbiamo assistito a una straordinaria presenza di donne dell’UDI e di tante altre realtà di donne singole ed associate che purtroppo per ragioni di spazio non sono potute entrare nella prestigiosa Sala Aldo Moro. Una presenza attentissima per molte ore ed emozionata per le relazioni non solo delle protagoniste della resistenza e della nascita dell’UDI e costruttrici di politiche e di iniziative fondamentali nella storia politica delle donne in Italia ma anche per la presenza di storiche e giuriste da cui sono state dette parole importanti sulla storia e sul presente. Nelle loro relazioni si sono snodati fatti e riflessioni che nel rileggere la storia dell’associazione
rileggevano la storiografia, la storia del paese dalla Resistenza alla ricostruzione, dalla conquista del diritto di cittadinanza alla nascita della repubblica e della Costituente, del ruolo che le donne vi hanno avuto. Difficoltà e battaglie proiettate a cambiare il paese e la condizione delle donne ma calate nella riflessione sull’oggi e sulle nuove sfide che abbiamo di fronte.
La prima parte del Convegno, presieduto da Chiara Valentini e introdotto da Vittoria Tola ha visto la partecipazione di Marisa Rodano, Marisa Ombra e Lidia Menapace, tre protagoniste della lotta di Liberazione e della nascita dell’UDI.
Sono seguite le relazioni di Anna Bravo (“La storia vissuta, la storia raccontata”), Patrizia Gabrielli (“Unione Donne Italiane. L’identità e la memoria”), Fiorenza Taricone (“Il ‘900 e l’incontro delle donne con la politica”), Simona Lunadei (“Roma la Resistenza e la politica delle donne”), Marina Zancan (“Donne, Resistenza e letteratura”), Lorenza Carlassare (“Dalla Resistenza alla Costituente per un progetto nuovo di democrazia”), Marilisa D’Amico (“La democrazia incompiuta e la lotta delle donne”).
Nella tavola rotonda coordinata da Rosangela Pesenti si sono confrontate donne UDI e femministe provenienti da diversi percorsi politici e di diverse generazioni come Emma Baeri, Alessandra Bocchetti, Maria Luisa Boccia, Serena Ballista e Stefania Guglielmi con un confronto, anche molto differenziato, sulle culture politiche, sui problemi e le sfide politiche che il desiderio di autodeterminazione e di libertà femminile si trova di fronte in questa nostra complessa e confusa contemporaneità.
Dalla Resistenza e dalla nascita dell’UDI, dalle successive conquiste delle donne è partita l’introduzione di Vittoria Tola al convegno, per richiamare la situazione nuova in cui sono evidenti da anni una serie di dispositivi che mirano a catturare l’idea forte di differenza mirando a svuotarla del suo portato originario femminista, facendone un uso meramente strumentale che trasforma la radicalità politica in un puro e semplice strumento comunicativo che, anziché escludere le donne dalla sfera pubblica, tende ad includerle a condizione che esse rispondano ai dettami del potere senza cambiarli mai all’origine, con una inclusione differenziale che punta a far partecipare (non potendo più esimersi) nella politica e nell’economia una parte delle donne escludendone tante altre.
Mentre il quadro mondiale da cui siamo circondate tra liberismo selvaggio, guerre e fondamentalismi totalitari ripropone disastri in intere aree del pianeta di cui il cosiddetto “esodo biblico” e l’immigrazione sono conseguenza e dimostrazione drammatica.
Un processo che diventa ogni giorno più grave se prima di tutto non si fermano le guerre che li producono. Per questo è stata espressa profonda solidarietà a tutte le donne che vivono in zone di guerra e di tragedia a cominciare dalle donne curde di Kobane, che resistono, nonostante tutto e per tutte, alle donne e alle bambine nigeriane che troppo spesso sono trafficate e/o vivono nelle zone controllate da Boko Haram che non esita a trasformarle in bombe, come un irrisorio vuoto a perdere, un disprezzabile contenitore utile da distruggere per far distruggere altre vite umane.
Una situazione da contrastare da parte di tutti, mentre non si sta facendo abbastanza per questo né in Italia né in Europa né come ONU. Questo, è stato ricordato, è una parte dei compiti che tutte ci dovremo dare per il presente e per il futuro…